Nel 1910, i lavori di costruzione dell’immobile del teatro, inaugurato poi nel 1911, misero in luce l’unico esemplare di torre della fortificazione magnogreca di Neapolis, poi inglobata nella struttura teatrale, nascondendone due lati.
Composta da blocchi rettangolari di tufo giallo in opera quadrata, fu edificata intorno al III secolo a. C. sul limitare del decumano inferiore, a presidio della porta Furcillensis o Herculanensis, poi denominata “del Cannavaro” in epoca medioevale, posta all’incrocio fra piazza Vincenzo Calenda, via Pietro Colletta e via Forcella. Nella stessa piazza, già denominata “delle Mura greche”, sono presenti i resti coevi della cinta urbica, noti popolarmente come “‘o Cippo a Furcella” e rilevanti nell’immaginario collettivo (con l’espressione dialettale «s’arricorda ‘o Cippo a Furcella», «mi fa pensare al Cippo a Forcella», si suole sottolineare il carattere vetusto o antiquato di una cosa).
Nel 2001, nel corso dei lavori di ristrutturazione che hanno riportato il Trianon all’antica funzione teatrale, «la rimozione di alcune tompagnature hanno consentito la scoperta di altri due lati della torre e il recupero volumetrico della struttura», come riferisce l’archeologa Daniela Giampaola che ha curato il coordinamento scientifico del restauro e il consolidamento di questa importante testimonianza archeologica.
Visibile nella galleria di platea, è stata intitolata “torre della Sirena”, in onore di Parthenope, la mitica fondatrice della città che ammaliava col canto.