Misantropolis vuole fare riflettere sullo smarrimento e la chiusura dell’essere umano. Si parte da Molière, passando per Eduardo, Viviani, Shakespeare e De Sica, arrivando all’attuale «Pancronic opera», come Gallo definisce il suo stile teatrale: una fusione di brani musicali contemporanei con estratti teatrali classici e moderni, che creano un corto circuito temporale in cui passato, presente e futuro convivono in un unico linguaggio scenico.