presentazione
Tonino Taiuti torna a uno degli autori più amati, Raffaele Viviani, che ha frequentato in tempi lontani con Toni Servillo e più di recente con Alfredo Arias (Circo equestre Sgueglia) che gli è valso, per la seconda volta, il premio Maschere del teatro italiano come attore non protagonista.
Solo che questa volta, diversamente da passato, Taiuti ci mostra l’autore in una nuova prospettiva: Viviani è l’immediatezza dell’agire scenico che viene rappresentato quasi sempre calcando quel segno realistico che gli è proprio, all’opposto Play Viviani mette in primo piano la poesia che accompagna i personaggi e che definisce il loro mondo, una poesia della vita e dell’esistenza fatta di cose elementari e necessarie, che offre una sorta di aura a quasi tutta quella folla di “persone” che l’autore convoca in scena.
Taiuti costruisce drammaturgicamente un percorso circolare, come l’arena di un circo in cui i personaggi sono anime che ritornano, riaffiorano, per modulare una sorta di Spoon river di Viviani e di quel mondo.
Se nelle opere originali la storia centrale è accompagnata dalle mille voci che ne fanno da scenario e sostrato, Taiuti innesta invece i vari personaggi uno nell’altro senza costruire una storia definita, ma li fa incontrare ponendoli su un’altalena che ciondola tra tragedia e commedia per definire e strutturare una ideale hilarotragedia che fa da tessuto allo spettacolo.
Il tutto è reso ancora più forte se si pensa alla matrice prima del commediografo: il varietà. È una formula questa che ripensata permette a un artista contemporaneo come Taiuti di utilizzare il canto, la battuta, il comico, la musica ambient, come strumenti essenziali per rielaborare e creare un corto circuito interno, che non è mai ricostruzione, ma che arriva a misurarsi con l’oggi, con una contemporaneità che continuamente si affaccia in scena.
Solitudini, amarezze, ma anche i migranti di ieri e di oggi e il razzismo che pesa sempre sugli ultimi, i diversi e i marginali. Un universo che comunque nonostante le difficoltà sa sempre sorridere e ridere perché la vita è più forte di tutto e offre sempre spunti e ragioni per andare avanti.
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