presentazione
RENZO ARBORE
« Gianni Conte è un cantante di voce, cioè ha una bella, potente, intonata e coinvolgente voce. Dei tanti cantanti di voce che ho sentito, alcuni non tengono conto di una cosa alla quale Gianni
Conte tiene invece moltissimo: l’espressione. Dice una vecchia canzone napoletana: “Ogne canzone tene ‘o riturnello, | ca è comme fosse ‘o pierno ‘e ogne canzone… | e, ca pe’ tanto è chiù azzeccuso e bello, | pe’ quanto chiù se ‘ntreccia ‘e ‘spressione” (Canzone a Chiarastella, di Salvatore Di Giacomo e Rodolfo Falvo). L’espressione è la cifra dello stile di Gianni Conte: pensare intensamente a quello che sta cantando e a chi sta cantando.
Infatti io, quando lo sento innumerevoli volte con la mia Orchestra italiana, mi meraviglio sempre per come sta cantando in maniera diversa, commossa e sentita la sua canzone. Quindi tanti auguri a Gianni Conte. Un abbraccio affettuosissimo dal suo amico Renzo Arbore. »
Conte… un piano per Napoli
In questo recital, Gianni Conte esprime tutta la sua grande passione per Napoli e per le sue melodie più emozionanti.
Una passione profonda che l’artista condivide con il pubblico attraverso la sua voce potente e profonda, accompagnato semplicemente da un pianoforte, o anche dalla fisarmonica di Alfredo Di Martino. Il suo è un racconto che non ha bisogno di parole narranti. La musica, l’espressione e l’atmosfera di disincanto fanno da “Cicerone”in un mondo che pare di fantasia, ma, in realtà, rappresenta il mondo reale e nobile della canzone napoletana.
L’artista ci farà riscoprire storie toccanti narrate in musica da grandi interpreti, viaggiando dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Nuttata ‘e sentimento (Alessandro Cassese – Giuseppe Capolongo)
Marechiare (Salvatore Di Giacomo – Francesco Paolo Tosti)
Don Raffae’ (Fabrizio De Andrè)
Tutta pe’ me (Francesco Fiore – Gaetano Lama)
Scapricciatiello (Pacifico Vento – Ferdinando Albano)
Canzone appassiunata (E.A. Mario)
Dicitencello vuje (Enzo Fusco – Rodolfo Falvo)
Core napulitano (Umberto Martucci – Luigi Ricciardi)
Guapparia (Libero Bovio – Rodolfo Falvo)
Tu vuo fa’ l’americano (Nisa – Renato Carosone)
Filume’ (Attilio Stellato – Gianni Conte)
I’ te vurria vasa’ (Vincenzo Russo – Eduardo Di Capua, Alfredo Mazzucchi)
Cu me (Enzo Gragnaniello)
Napul’è (Pino Daniele)
Simmo ‘e Napule… paisà… (Peppino Fiorelli – Nicola Valente)
LELLO ESPOSITO (Napoli, 1957), scultore e pittore, da oltre trent’anni pone al centro della sua ricerca il rapporto tra arte contemporanea e tradizione, attraverso la riflessione e la rielaborazione artistica dei simboli dell’immaginario culturale proprî della città di Napoli. Lello Esposito ama definirsi “artista di culto” in relazione alla sua personale ricerca e sperimentazione che, nel corso del tempo, gli ha permesso di contribuire significativamente alla creazione di nuove forme interpretative e rappresentative delle icone tradizionali partenopee. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, e le sue opere figurano in diverse collezioni private e pubbliche nazionali e internazionali. Tra le principali personali quelle presso Centre Georges Pompidou, Parigi, 1994; Metropolitan Museum, Tokyo, 1996; Künstlerforum, Bonn, 1997; Istituto italiano di Cultura, Madrid 1997; Istituto italiano di Cultura, Berlino, 1998.
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