Nella programmazione del mese di dicembre del Trianon Viviani, che apre una finestra sul mondo della sceneggiata, Bruno Garofalo porta in scena Canzona ‘a Guapparia, un nuovo spettacolo di teatro musicale con una drammaturgia originale.
«Guapparia – come spiega il regista Bruno Garofalo – è stata scritta da Libero Bovio e Rodolfo Falvo nel 1914. Da allora altre canzoni con protagonisti i “Guappi” ne sono state composte tante, ma questa è capostipite di un genere ed ispiratrice di tanti soggetti simili, ha una particolarità però, sia pure restino ingiustificabili gli atteggiamenti umani e civili di tali soggetti, nelle parole di un poeta come Bovio, la tesi è che anche i cosiddetti gli uomini di conseguenza, i guappi per intenderci, quelli all’antica, quelli che si chiamavano ance “Uomini d’Onore” con un senso della giustizia per quanto personale e discutibile, hanno un cuore e la capacità di redimersi o perlomeno di comprendere che ci sono dei limiti anche alla prepotenza ed alla prevaricazione. E Questo, negli anni settanta mentre brillava la stella di Merola che aveva resuscitato la sceneggiata al centro della quale c’era ispiratrice e protagonista la “canzone di giacca” lo aveva capito un fine scrittore di teatro, Angelo Fusco, ed insieme a Pio Cucurullo volle tentare di spiegare questo fenomeno con un divertente quanto interessante espediente. Tutti i canoni classici della Sceneggiata riproposti grazie all’incontro ed ai discorsi tra due giornalisti contemporanei, uno straniero al quale certa “mentalità” pare incomprensibile, l’altro napoletano, che l’ha analizzata e compresa a fondo.
Esperimento unico, che a chi conosce ed ama il genere apparirà come una rievocazione accurata coinvolgente e ineccepibile, per i neofiti, la rivelazione di un genere che ha appassionato intere platee autenticamente popolari.
Tutto gira intorno alla figura del Guappo di quartiere, Don Michele, i componenti della sua “paranza” di malavitosi, ‘O Malemte in questo caso impersonato da una donna, ‘A Malamente, l’usuraia Regina, innamorata di Michele, il giovane amico rispettoso e poi rivale del Guappo, Giannino, la donna del contendere, Margherita ‘a Sciurara, ed infine l’immancabile coppia comica composta da una aspirante soubrette di varietà, Maria Stella e dal suo spasimante, esilarante aspirante guappo, Pataniello, che in questa stesura assurge quasi a ruolo di coprotagonista. La messa in scena è arricchita dall’ambientazione nei primi del 900, anno nel quale è stata scritta la canzone che da il titolo alla sceneggiata e dalla presenza della tipica orchestrina che eseguiva le musiche e i brani scelti. Superfluo precisare che lo spettacolo si conclude con l’esecuzione di “Guapparia”».